Ormai è chiaro a tutti: lo stile di vita che abbiamo tenuto negli ultimi 50 anni non è più sostenibile o almeno non lo sarà a lungo termine. Per questo motivo la comunità scientifica è chiamata più urgentemente che mai a inventare soluzioni “green” per garantire la produzione di certi materiali di primaria importanza, come la carta.

Un progetto tutto italiano, del Politecnico di Milano, sembra promettere bene in tal senso. Greta Colombo Dugoni, 28 anni e Monica Ferro, 37, hanno studiato un metodo alternativo ed ecologico per produrre cellulosa dagli scarti alimentari. Due piccioni con una fava, come si suol dire: oltre a dare una seconda vita alla spazzatura, si crea un prodotto totalmente nuovo e con bassissimo impatto sull’ambiente.


Come scrive Positizie, le ricercatrici hanno utilizzato maggiormente residui della lavorazione della birra, gusci di gambero e gusci del riso. Di solito questi scarti finirebbero nell’inceneritore e “morirebbero” così. Invece ricavandone cellulosa si può produrre della carta che “risparmia” la vita di un albero. Più nello specifico, gli scarti sono lavorati in modo sostenibile con l’ausilio di solventi atossici a basse temperature, che permettono di separare la cellulosa.
Il progetto si chiama Bi-Rex ed è l’unione dei termini “biomasse” e “recycling”. Grazie alla collaborazione tra Polimi, Deloitte e Polihub, il progetto delle due studiose ha ottenuto un finanziamento di 30mila euro.
Visti i buoni risultati e visto l’interessamento dell’European Chemical Regions Network, la speranza di Greta e Monica è che da progetto il loro diventi una start-up che permetta di replicare questo processo su scala industriale. Un ulteriore finanziamento di 160mila euro sarebbe pronto. P
er ora le due hanno prodotto 4 brevetti e ottenuto diversi finanziamenti. L’inizio è promettente. In un periodo in cui l’attenzione all’impatto “zero” è più alta che mai, il progetto delle due italiane potrebbe realmente fare la differenza.